
Quando ero ragazzino, vivevo in campagna, lontano da tutto e da tutti. Ogni tanto, quando andavo in paese, a 7 km da casa, mi fermavo al Circolo Italia per giocare ai videogiochi. All’inizio costavano 200 lire, poi 500 lire, e quando ero più grande arrivarono a costare 1000 lire. Giocavo un po’, ma presto mi annoiavo e iniziavo a cercare quei “bug” nei giochi, provando a fare cose strane: ad esempio, nei giochi di auto, andavo fuori strada o contromano. I miei amici non capivano molto questo mio comportamento, ma con l’età ho iniziato a comprenderlo meglio.
Di base, sono una persona che segue le regole, anche se sono un artista. Tuttavia, quando una regola inizia a starmi stretta, il mio lato toscano e un po’ anarcoide prende il sopravvento e inizio a fare di testa mia.
Perché questa lunga premessa? Perché credo che i social network, da un po’ di tempo, stiano iniziando a starmi stretti. Sono 20 anni che ne faccio parte, da quando c’era Myspace. Grazie ai social, ho potuto esporre la mia arte in tutto il mondo. Tuttavia, sin dall’inizio, ho iniziato a essere censurato. All’inizio mi divertiva un po’, ma ora che Meta mi ha chiesto di cancellare 10 post, non mi fa più ridere. Anzi, mi ha portato a riflettere.
Dedico molto tempo della mia vita e del mio lavoro a promuovermi sui social, ma con il tempo ci siamo abituati all’idea che il contenuto gratuito sia giusto, che faccia parte del gioco. Ma questo ha portato a una perdita di valore. Creiamo contenuti per raggiungere il pubblico e far conoscere il nostro lavoro, ma alla fine solo una piccola parte di queste persone diventa veramente un collezionista. E a guadagnarci sono solo i social.
A questo punto, credo che sia arrivato il momento di fare un passo indietro. Se un social decide di penalizzarmi, tanto vale che realizzi il mio lavoro per il mio sito, dove ho il pieno controllo.
Per questo motivo, da oggi troverete una nuova sezione nel mio sito chiamata “Lo Sketchbook”, dove raccoglierò i miei lavori, un po’ come un diario del mio percorso creativo. Naturalmente, condividerò anche questa sezione sui social, ma saprete che, se dovessero decidere di censurarmi, troverete comunque il contenuto qui, sul mio sito.
Mi piacerebbe che altri artisti prendessero esempio e tornassero a dare valore agli spazi personali, come facevamo un tempo con i blog. Internet può essere uno strumento potente, ma credo che dobbiamo tornare a farne uno spazio più nostro, lontano dalla logica del “like” e della censura.